Una nuova birra creata dall’intelligenza artificiale, e commestibile per gli umani, è già una realtà. A riportare la notizia è la famosa rivista americana Wine Enthusiast. L’idea è venuta a Tolga Baki comproprietario e capo birraio della Virginia's Belly Love Brewery, che avendo lavorato in precedenza come sviluppatore di software, ha voluto produrre una birra creata dall’IA. Le IA altro non sono che dei robot digitali, che sviluppano risposte di testo dettagliate alle richieste che vengono fatte, attingendo ad un bacino enorme di informazioni a cui hanno accesso. Le più conosciute sono Chat Gpt e Microsoft Bing AI, ma ne esistono moltissime altre. Baki alla ricerca di una nuova ricetta per ampliare la propria offerta, e attratto dallo sviluppo di queste nuove tecnologie, è ricorso alla IA, chiedendo alla stessa di realizzare una nuova ricetta per una birra IPA (acronimo di India Pale Ale che indica una birra ad alta fermentazione, preparata a temperature tra i 15° e i 25°). La ricetta fornita dall’IA è apparsa inizialmente un po’ banale; quindi, il birraio ha richiesto ulteriori spiegazioni. A queste richieste, il robot è stato in grado di dare ampie spiegazioni precise e tecniche, sui motivi che l’avevano portato a rielaborare proprio quella composizione. Successivamente all’IA è stato chiesto di dare un nome alla nuova birra, ed ha scelto “Solar Flare”. Con altri sistemi di IA sono state poi create le etichette, ed oggi la birra alla spina è già entrata in commercio e presto sarà venduta anche in bottiglia o lattine. Come finirà la sfida tra le intelligenze artificiali e l’uomo? Sarà forse come in Matrix, dove la super intelligenza artificiale diventa in grado di tenere in ostaggio l’umanità? In realtà forse lo stiamo già permettendo: affidando alle AI e al loro meccanismo di algoritmi la ricerca delle nostre risposte, invece di stimolare la mente umana rischiamo di affossare la nostra creatività, che è il potere grazie al quale l’umanità è stata in grado di evolversi nel tempo.
Stefania Tacconi
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